Nell’occhio del ciclone

Nell’occhio del ciclone

C’è un aspetto importante quanto essenziale per tutti noi.
A volte non si pensa e l’azione è d’impulso, mentre in altre situazioni ci si arrovella tanto e male, troppo spesso, invece, si subisce. Qualcuno dice di non poterci fare niente perché è fatto così o colà e quindi tutto il resto è solo conseguenza ovvia, oppure si crede che così vada fatto, così come dice l’etichetta, come ci è stato diligentemente insegnato.
Che cos’è? La Scelta!
Noi scegliamo in ogni istante della nostra vita, sia consapevolmente sia inconsciamente, ma il più delle volte in maniera automatica. Alcune scelte le consideriamo di poco valore (esiste davvero qualcosa che vale poco?) o comunque, possiamo dire, poco rilevanti, mentre altre abbiamo l’impressione che siano determinanti per noi, gli altri e il mondo intero.
Spesso, trovandoci a un bivio, facciamo fatica a capire al volo qual è la direzione “giusta” da prendere, e si mette in moto la parte razionale, che inizia ad analizzare la situazione per trovare la scelta migliore.
Ecco, giusto qua, sta il primo inghippo.
Noi siamo stati culturalmente programmati a cercare soluzioni, e a scegliere, attivando la parte razionale, quella pensante, quella che analizza e organizza. Ma forse si può fare di meglio. Rendiamoci conto che… prima si sceglie, con la parte profonda, quella inconscia, quella capace di volare oltre qualsiasi nube e contemporaneamente al centro della Terra, poi, dopo e con calma (non ho detto con lentezza), si attiva la mente razionale per scovare il modo di portare a realizzazione la nostra visione o decisione che sia.
È la parte profonda che sceglie: lei sa tutto, anche ciò che sfugge e che non può capire la mente razionale. Solitamente la primissima cosa-sensazione-visione-emozione che arriva alla coscienza, è il messaggio del profondo; è un capire viscerale esente dal pensiero, è una comprensione con il Tutto ciò che siamo. Poi – ma solo poi -, in maniera quasi subitanea, interviene la mente razionale (se lo consentiamo).
Quindi, in ultima analisi ma non alla fine, tutto ciò che scegliamo viene da input profondi, da programmi subconsci, dalla nostra interiorità, certo, spesso non ne siamo coscienti per la velocità d’intervento della razionalità, al punto che molti credono esista solo la mente pensante.
Ma il fatto di credere una cosa vera, non la rende meno falsa, anche se è sbraitato con veemenza al TG delle otto, in maniera esplicita o subliminale tutti i santi giorni (c’è – mi è giunta voce -, anche un qualche canale, che lo fa ventiquattr’ore al giorno, per chi desidera riscuotere i propri versamenti pensionistici sotto forma di assistenza psichiatrica coatta).
Sì, lo so, è difficile, per chi non si è esercitato in una qualche pratica assai poco ortodossa, discernere e “spegnere” la mente razionale-pensante, e capire chi o cosa dentro di noi, ci sta dicendo di prendere proprio quel sentiero e non l’altro, anche se proprio l’altra via appare più bella, piacevole e… logica.
Se non fate parte dei pochi eletti che tirano sempre la carta giusta, anche se giocano con un baro, mi sento di darvi (e ricordarmi) un consiglio utile, quando bisogna prendere una decisione: prima di tutto… ricerchiamo e creiamo uno stato positivo.
Per stato intendo la nostra sensazione interiore e globale, quella determinata da pensieri, emozioni, azioni, valori profondi e spirituali, e collegamento fra tutte queste parti. In parole semplici: restiamo calmi e allineiamoci dentro di noi.
Quando siamo allineati, coerenti con tutte le nostre parti, non possiamo – ripeto: non possiamo – imboccare un sentiero sbagliato; ogni scelta sarà giusta. Se invece siamo in uno stato negativo, qualsiasi strada decideremo d’imboccare ci porterà sull’orlo di un orrido.
Elenco qualche stato negativo, così, per evitare di trascurare qualche parte essenziale. Quando ci sentiamo: arrabbiati, frustrati, impauriti, incapaci, ansiosi, vittime delle circostanze, superiori o inferiori agli altri, terrorizzati, malati, insignificanti oppure onnipotenti, terrorizzati, agitati, colpevoli… evitiamo qualsiasi decisione e, se possibile, dormiamoci su almeno una notte.
Gli stati in cui trovarsi quando c’è da decidere possono essere: gioia, pace, amore, serenità, bellezza, verità, armonia, tranquillità, gratitudine, estasi…
Ricorda sempre: quando c’è un tornado, il posto migliore, più sicuro e dove regna l’assoluta calma, è proprio il suo centro (ormai dovremmo aver compreso che ciò che percepiamo fuori, è solo un riflesso della nostra percezione interiore, quindi, in questa metafora, l’occhio del ciclone non è nient’altro che il centro del nostro Essere).
Luca Zini

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