Floriterapia

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Floriterapia

Prova la dolcezza della terapia con i fiori e recupera l’equilibrio psico-emotivo. Con i fiori di Bach e Himalayani, il benessere mette radici nella tua parte più profonda, facendoti riscoprire possibilità e talenti che credevi d’aver perduto.

Fiori di Bach

Nei primi decenni del ‘900, il dottor Edward Bach scoprì 38 essenze floreali in grado di armonizzare gli squilibri profondi dei suoi pazienti, ottenendo risultati strepitosi. Dietro a questi rimedi, ora famosi e utilizzati in tutto il mondo, ci sono dei principi e delle presupposizioni che è bene spiegare.

Il primo principio dettato dal dottor Bach è: “curare il malato e non la malattia”, valutandone il carattere, il temperamento e lo stato mentale. Le informazioni ricavate faranno da guida nella scelta dei rimedi, senza tenere come riferimento il problema fisico. Il dottor Bach era convinto che il vero principio guaritore si trovasse nelle piante e negli alberi, ma bisognava raggiungere una conoscenza più appropriata della malattia, delle sue cause e dei suoi effetti sia sulla mente sia sul corpo.

Un giorno, attraversando un campo di rugiada, fu colpito dall’idea che ogni goccia di rugiada contenesse le proprietà della pianta sulla quale era posata, perché il calore del sole magnetizzava fortemente l’acqua con i principi attivi della pianta stessa. Raccolse alcuni boccioli delle piante, li pose in un recipiente di vetro pieno di acqua di ruscello e lasciò il recipiente al sole in un prato per diverse ore. Scoprì che l’acqua s’impregnava delle qualità della pianta e che il preparato era molto potente. Era questo il metodo che aveva sempre cercato. Era molto semplice, non comportava la distruzione della pianta ed erano coinvolte le quattro forze della Natura, ossia il fuoco, l’aria, la terra e l’acqua.

In questo paradigma l’approccio alla malattia è completamente diverso da quello della medicina convenzionale; per il dott. Bach la malattia inizia oltre il piano fisico, più vicino a quello mentale, diceva che “la malattia è il consolidamento di un’attitudine mentale, ed è sufficiente trattare lo stato negativo del paziente, affinché essa scompaia”. Per avere quindi delle precise indicazioni sul trattamento più idoneo, non è necessario prestare attenzione al tipo di malattia, ma al modo in cui la persona reagisce, poiché la salute fisica è a valle rispetto allo stato mentale. Il principio ispiratore è curare la personalità e non la malattia, curare lo stato mentale o l’umore negativo. La malattia è il risultato di un conflitto fra l’anima e la men-te, e alla base di ogni malattia vi è una disarmonia, creata dall’agire contro l’unità. In pratica l’uso dei fiori evoca una qualità psicologica e psichica nel soggetto opposta alla non qualità, che poi è la fonte del disturbo; ad esempio somministrando Mimulus a un soggetto affetto da paure specifiche, si evocherà in lui un coraggio specifico.

Un caposaldo di questa metodica, è che la malattia non colpisce una parte del corpo a caso, ma agisce secondo la “Legge di causa ed effetto”. Se è il cuore, fonte di vita e di amore, a essere colpito, ci può essere, nell’indole di quella persona, un amore poco sviluppato per se stessa o nei confronti degli altri o anche mal orientato. Un disturbo che colpisce una mano può rivelare carenza o difetto di azione, soprattutto nel prendere e nel dare.

Secondo questa concezione, la malattia non è crudele o vendicativa, ma solamente correttiva, è di per sé benefica e ha lo scopo di ricondurre la personalità alla divina volontà dell’Anima.

Le preparazioni dei fiori di Bach non comportano alcun effetto tossico, non hanno nessuna controindicazione e interazione con i farmaci convenzionali, poiché si muovono su frequenze analoghe ai prodotti omeopatici. Possiedono però proprietà energetiche e capacità di trasmettere frequenze elettromagnetiche diverse dai rimedi omeopatici. I fiori interagiscono con i campi energetici, con le emissioni vibrazionali dell’uomo, determinando delle interazioni frequenziali a livello di energie molto so-tili tra fiore e uomo, queste producono delle modificazioni a livello mentale ed emozionale, con i seguenti benefici a livello fisico.

Fiori Himalayani

Lo scopritore della floriterapia con i fiori Himalayani è M. Tanmaya, naturalista e ricercatore australiano, ex architetto di giardini, le sue ricerche continuano nella direzione tracciata dal dottor Bach. Gli Himalayani non agiscono come i fiori di Bach, non rimuovono le tendenze mentali negative, ma stimolano le energie insite nel nostro organismo a livello psicofisico. Lavorano prevalentemente sui chakra e sui plessi nervosi a essi collegati.

Questi plessi nervosi, e quindi anche i chakra, assumendo il rimedio, tendono a tornare in equilibrio, sistemando tutto ciò che è loro collegato, o meglio che è da loro gestito, come le ghiandole endocrine, il sistema immunitario e riproduttivo. Ogni chakra si comporta come una valvola automatica che filtra la “corrente elettrica” dell’energia vitale universale per incanalarla nel nostro corpo, sono contemporaneamente trasmettitori e trasformatori di energia, controllano il flusso di energia universale e il livello e la velocità dell’energia che scorre nell’uomo. Esistono 9 fiori Himalayani: 7 che stimolano e riorientano i chakra principali, uno che fa da catalizzatore energetico e un altro che armonizza la personalità infantile. Questi rimedi floreali sono preparati ponendo i boccioli direttamente in un liquido alcolico, prodotto con rose bianche selvatiche, e acqua pura di sorgente, e anch’essi non interagiscono con i farmaci convenzionali e non hanno nessuna controindicazione.