Se la mente, mente… allora mente!

Se la mente, mente… allora mente!

Prima mettiamoci d’accordo sull’uso delle parole in questo contesto, poiché spesso l’incomprensione ha origine a livello linguistico; a volte a un vocabolo si assegna un significato diverso da quello che l’interlocutore vorrebbe.
Iniziamo a separare, per sommi capi, il conscio, tutto ciò che conosciamo di noi e di cui abbiamo coscienza e controllo, dall’inconscio, tutto ciò che sta sotto, che non conosciamo, su cui non abbiamo il dominio. Sempre a grandi linee, il terreno della mente conscia è il pensiero come lo intende la maggior parte delle persone, ma diciamolo meglio.
La mente conscia può fare solo quattro cose:
  1. È la sede della forza di volontà
  2. Sede della memoria a breve termine
  3. Razionalizza
  4. Analizza
Tutto il resto è mente inconscia, che si può paragonare a un immenso disco fisso dove c’è la memoria a lungo termine (anche di più), ci sono memorizzate tutte quelle esperienze, situazioni, parole, suoni, odori, persone, che non abbiamo potuto tenere in primo piano, ma cui possiamo accedere in particolari stati di coscienza. Fa parte della mente inconscia il subconscio, che è dove sono installati i programmi automatici (far battere il cuore, respirare o produrre una peristalsi, ma anche reagire a una situazione con rabbia o alzarsi di notte a mangiare cioccolato senza sapere perché, o anche quando si dice: è più forte di me!); è l’esecutore, non riflette perché non può farlo, è un servo fedele e ubbidiente senza capacità di discernimento. Capisce solo i messaggi semplici, come un bimbo di cinque-otto anni, direttive precise e le immagini. La mente subconscia lavora sempre per il nostro bene e ci garantisce la sopravvivenza, funziona in automatico ma può ricevere ordini sia dal conscio sia dall’inconscio. Infine definiamo superconscio quello che altri hanno chiamato: Sé superiore, Super-io, Supra-coscienza, Maestro interiore, etc. Possiamo dire che è quella parte di noi che si manifesta nelle intuizioni folgoranti, quelle senza ragionamento logico-razionale, quando abbiamo le certezze che escludono il dubbio, quando sappiamo cos’è giusto e sbagliato indipendentemente da regole sociali imposte o meno; è la nostra etica profonda e personale.
Per studiare e comprendere meglio, separiamo una cosa da un’altra, come in questa semplice classificazione, ma le parti sopraelencate sono un tutt’uno e funzionano all’unisono, è difficile trovare la netta linea di demarcazione, anche perché molte funzioni sono parte di più regni, è un po’ come cercare l’attimo esatto in cui finisce il giorno e inizia la notte.
Il cervello, con tutte le parti che lo compongono, è convenzionalmente ritenuto il luogo dove avviene il pensiero razionale; in realtà è lo strumento (come una mano o le gambe) utilizzato da tutte le nostre menti. Ad esempio, la mente inconscia utilizza e fa appello all’ipotalamo e al sistema limbico, le altre menti usano aree cerebrali diverse.
Primo dato: qualche scienziato si è divertito a calcolare la mole d’informazioni che un essere umano elabora, naturalmente tramite il cervello, ma anche con altri organi e percezioni che usa, ma non sempre sa di avere. Utilizzando come unità di misura il bit, sembra (non è una conclusione ufficiale condivisa ma quella più accreditata) che noi elaboriamo fra gli 11 e i 40 milioni di bit d’informazioni al secondo, in ogni istante della nostra vita. Ma siamo coscienti solo di circa 50 bit al secondo!
Indipendentemente dai numeri, cerchiamo di capire il concetto: noi siamo coscienti e ci rendiamo conto solo di una piccolissima parte delle informazioni cui abbiamo accesso. Questa mole di dati, la immagazziniamo in qualche modo, e influenza le nostre scelte, azioni e stati d’animo, ma a livello subliminale, subconscio.
Sintetizziamolo:
50 bit ogni secondo = mente conscia
Da 11 a 40 milioni bit ogni secondo = inconscio.
Già così si capisce quale mente “comanda”, o è comunque dominante, nella nostra vita quotidiana, nelle nostre decisioni, nel nostro modo di sentirci e percepire, anche se la maggior parte di noi crede fermamente nella potenza della mente conscia-razionale. È come avere la certezza di capire perfettamente l’immensità dell’universo guardandolo da un buco di serratura.
Secondo dato: la prima risposta, l’impulso primario, che sia nella parola o nell’azione avviene a livello profondo, inconscio, poi in maniera pressoché istantanea interviene la mente razionale, ed è così veloce che noi crediamo sia intervenuta subito e sia “attiva” solo lei. Invece solo quando usiamo le due menti insieme come una squadra al lavoro, dove ognuno ha il suo compito e non interferisce con il lavoro del compagno, abbiamo la sensazione e la certezza che stiamo facendo la cosa perfetta al momento giusto.
Terzo dato: molte volte si usa la forchetta per mangiare la minestra in brodo, ossia lo strumento sbagliato (e continuiamo a farlo!). Spesso mettiamo in moto la mente razionale per cercare una soluzione, quando siamo preda di emozioni (amore, rabbia, stupore, felicità, paura, etc.). Se c’è un’emozione, la mente conscia non può fare niente, non la può gestire, non fa parte dei suoi compiti (le quattro cose sopraelencate), e quindi è meglio tenerla “spenta” (o in stand by, tanto il telecomando dovremmo averlo noi), altrimenti si rischiano danni.
Anche se è diventato linguaggio comune dire che la mente, mente, io mi sento di affermare che ogni mente di cui abbiamo parlato non può mentire, segue delle leggi non scritte e poco conosciute e può fare solo quello per cui è stata creata, può svolgere solamente il suo compito, e quello lo fa sempre al meglio. Siamo noi che non abbiamo ben chiaro cosa usare, chi e quando.

L’ignoranza delle leggi non ci risparmia dai sui effetti, e la conoscenza li amplifica.

 

Claudia Rainville

Esercizio

Per chi vuole impegnarsi e fare qualcosa oltre che capire con la mente razionale-pensante, anche perché noi possiamo comprendere (prendere-con) bene solo ciò che abbiamo sperimentato, consiglio “semplici” esercizi per accorgersi di quando e perché scatta un automatismo, o una risposta emotiva, o un continuo rimuginare mentale. È forse meglio partire dal corpo fisico. Prendete un modo del vostro corpo fisico di re-agire a qualcosa in automatico, come: accavallare le gambe, girarsi un anello o toccarsi un orecchino oppure il mento in un determinato modo, o farsi scrocchiare le dita delle mani, o mangiarsi le unghie… Insomma decidete solo un automatismo e poi ACCORGETEVI quando lo state facendo! Non vi dico di modificarlo, ma solo di accorgervi, di esserci, di vedervi e sentirvi, poi decidete voi se mantenere l’atteggiamento del corpo in quella situazione o modificarlo.

Buon lavoro!

Luca Zini

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