Vivi senza rumore – Capitolo 23 e 24

Vivi senza rumore

Capitolo 23

Oggi, ore 6,23
I genitori di Giosuè guardano in ogni angolo della casa, del garage, del capanno degli attrezzi, lo chiamano, urlano il suo nome, ma solo il silenzio fa eco alla loro voce.
Accendono l’auto e si avviano su per la strada. Vedono le impronte del figlio sul bordo. Le seguono, intuendo dove portano.
Arrivano al Grande Albero, saltano giù dalla macchina e attraversano il campo quasi di corsa. Quando sono vicini al tronco, capiscono che sotto il pesante ramo appena caduto ci sono due persone.
Il buio confonde ogni cosa. La donna sposta rami e neve con la forza di una madre disperata, il marito chiama i soccorsi con il cellulare e tocca i due corpi inerti. Le pulsazioni sono deboli ma ancora presenti.
Sono rincuorati, ma i minuti che li separano dall’arrivo dell’ambulanza sono ore interminabili.
Ore 8,35
I curiosi si sono sparpagliati come polline in una giornata di vento, sono tornati alla loro normale attività. I genitori di Giosuè hanno seguito l’ambulanza che ha trasportato il figlio in ospedale, con una contusione al braccio destro e una bozza sulla fronte. In pratica un miracolo, hanno detto i soccorritori.
Sotto il Grande Albero è tornato il silenzio.
Il clochard invece è subito apparso più grave. Non era tanto la spalla lussata a preoccupare, ma un brutto trauma cranico. È in coma e gli stanno facendo una TAC.
Ronnie vede i medici che consultano sul monitor le scansioni del suo cervello: una macchia conferma l’emorragia. Osserva il suo corpo sul lettino, immobile come un sacchetto di sabbia.
Ore 18,35
Ronnie è incosciente in un letto della terapia intensiva. L’operazione neurochirurgica è andata bene, è in coma farmacologico e il pronostico medico è favorevole.
Bisogna solo aspettare che si risvegli, disse il primario a Giosuè che guardava, separato da un vetro, quell’uomo steso sul lettino del reparto.

Capitolo 24

Nel mondo di mezzo
Domande che bussano alla coscienza.
Un’esistenza giocata a dadi con il creato ha uno scopo? Segue un disegno? La brezza che sposta un filo d’erba e provoca un pensiero oggi, potrà domani abbattere le montagne di un’ostilità tenace?
C’è una parte di noi che conosce tutto? Presente, passato e futuro? E ci spinge a vedere quello che già sa?
Molte domande sono rimaste senza risposta.
Ho camminato senza fretta verso il bordo della circonferenza della mia vita, senza calpestare il raggio, senza ricercare la strada più breve. La via retta, io, l’ho sempre evitata. Il mio andare è sempre stato arzigogolato, senza spigoli o scatti, sinuoso e complicato e ho toccato più punti possibili nel cerchio dell’umana esperienza.
Ero curioso di vedere chi in ultimo avrei incontrato, chi era il sapiente cui potevo chiedere e forse dare qualcosa.
Non mi stupii quando vidi che si trattava di un bambino.

 

FINE
Luca Zini

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