Re.golare

Re.golare

Questa è una storia che dovrebbe cominciare con: “C’era una volta…”, invece inizia con:
Oggi, proprio adesso, da qualche parte su questo pianeta, esiste un Regno prospero e impeccabile, governato da un Re, chiamato Re.golare, tanto amato quanto preciso. Proveniente da una famiglia di artigiani, imparò già in tenera età a gestire lunghezza, profondità e altezza di qualsiasi tipo e forma, esibendo una manualità impeccabile. Anche a livello cerebrale dimostrò di essere sopra le righe; inventò, ancora giovanotto, uno strumento che consente di misurare ogni cosa visibile, piccolissima o immensamente grande. Questo strumento molto complicato nel suo funzionamento, denominato Lungalto, permette di capire il valore, tramite le lunghezze, di qualsiasi cosa è a esso sottoposto.
Lo strumento funziona così bene nella misurazione, che non può non essere utilizzato anche nel dare valore a tutto il resto, così, per ordine di Re.golare, il lungalto è diventato l’unità di misura di ogni cosa. Si acquistano le case e i terreni a lungalti, così come le zucchine al mercato, o la farina al mulino. Anche le persone sono considerate in base ai loro lungalti: tramite complicate misurazioni, scoperte e approvate dal Sovrano, uomini e donne sono misurati da competenti professionisti, istruiti esclusivamente per questo delicato compito, in svariati anni di rigoroso studio accademico.
Ogni tanto il Re si complimenta con se stesso per le meravigliose intuizioni e per come tutto procede bene nel suo Regno. Anche le sue decisioni e scelte personali, oltre quelle politiche ed economiche, le ha prese grazie al suo meraviglioso Lungalto: sposò una donna impeccabile, dal nome Re.tta, ed ebbero un bellissimo erede che chiamarono Linea.Re (Re.ttilineo di secondo nome).
Ordine, praticità, concretezza, solidità, verificabilità, sono le parole d’ordine di questo popolo, che prospera e organizza ogni aspetto della sua vita in base ai lungalti.
Se c’è qualcosa che, per qualche ignoto, misterioso e stupido motivo, non si può valutare con il Lungalto, c’è una semplice e pratica Ordinanza Reale, che impone a quella cosa di rientrare in una categoria simile e misurabile oppure, nel peggiore delle ipotesi, quella cosa è annullata e resa blasfema per Legge Reale, e smette immediatamente di esistere per tutti.
I sudditi di questo Regno prosperoso, pratico e materiale non conoscono, per abolizione reale: la musica, il vento (sempre che non sposti qualcosa), il calore, l’amore e l’amicizia, l’energia e la stanchezza, la gioia, la noia, l’acqua (se non occupa uno spazio definibile), la gentilezza e l’impegno, il valore di un respiro e di una lacrima, l’aria, il rispetto, l’estasi e la meraviglia, il benessere, i sogni e i progetti, l’intelligenza, il genio, la pazienza, la salute e l’ipocrisia, la bellezza, la guarigione, l’anima e lo spirito, la determinazione, il coraggio, il sapore dolce e quello piccante, la gratitudine e la rabbia, la frustrazione, il sorriso vero (quello falso si misura in lunghezza e numero dei denti), l’insofferenza, la saggezza, il magnetismo e l’attrazione, la repulsione, il disgusto, la gentilezza, la calma e la fiducia, il ribrezzo, la volontà, il buio, il sonno e l’oblio, la comprensione e la pazzia, il vuoto…
Puoi continuare con l’elenco e nello stesso tempo chiederti se è possibile, o solo conveniente e accettabile, misurare una strada con la pesa di casa (elettronica o meno).
Prima di dire che tu non hai mai fatto una cosa simile e non la farai mai, bollando questa storiella di follia paranoide o nel migliore de casi di stravaganza, t’invito a rifletterci per 30 secondi.
Fatto? Bene!
Anche se non ci hai pensato, non fa nulla, ciò che importa è il concetto di base e se sei arrivato fin qua, oramai l’hai letto.
Luca Zini

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